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N°18 - Messaggio autobiografico di Nuccia
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Grazie, Gesù, per averci regalato Nuccia. Alleluia!

I1° MESSAGGIO AUTOBIOGRAFICO: SONO NUCCIA… rosa


.........................................................................................................................24 marzo 1994
Sono Nuccia, una debole creatura in cui si degna di operare ogni giorno la
Potenza di Dio. In Lui il mio vanto, perché ha voluto associarmi alle sofferenze di Cristo,
visitandomi nell'infanzia con la malattia, che continua ad essere compagna della mia vita. Si
tratta di paralisi progressiva, che negli anni ha interessato tutti i muscoli del mio corpo,
togliendomi poco per volta ogni forza e possibilità di movimento, comprimendo e spostando
la sede degli organi interni. Da qui le mie sofferenze sono andate via via aumentando.
Ma il buon Dio ha risparmiato a questo male la mia intelligenza, che ha dato senso
alla mia vita, facendomi scoprire la vera libertà, quella dello spirito, che valica qualsiasi
barriera e non ha bisogno di gambe, perché è dotata di ali invisibili. Alla luce della fede, il
dono dell'intelletto mi ha fatto attingere alla Sapienza ed io sono diventata, senza che me ne
rendessi conto, la mente saggia, la consigliera, il conforto della famiglia e degli amici.
Nonostante la mia condizione, si è creata miracolosamente in me una ricchezza di rapporti
umani straordinaria, che mi ha più volte rivelato l'amore di Dio per tutte le creature ed il
vero significato della vita, di ogni vita, compresa la mia apparentemente inutile.
L'amore della mia adorata mamma, morta quattro mesi fa, dei parenti, degli amici e
soprattutto dei tanti giovani, che vengono a trovarmi, è stato il balsamo salutare alle mie
sofferenze: è stato ed è per me la carezza, la tenerezza, la presenza continua del Padre, che
non abbandona mai i suoi figli. Ho compreso che a grandi tribolazioni corrispondono grandi
grazie e che la sofferenza, quando viene da Dio, va accettata con mansuetudine, perché è un
privilegio misterioso, un segno di grande attenzione da parte del Padre. Considerando nel
tempo la grazia che mi è stata data mediante la sofferenza, ho imparato quindi a soffrire,
accettando ed offrendo il mio patire al Signore, come si offre un fiore, come si recita una preghiera.

E offro a Gesù, per Gesù, momento per momento, tutto il mio patire e lo unisco
alle sue sofferenze, a quelle della sua Passione, per la conversione dei peccatori, per
tutti i giovani, affinché comprendano il vero senso della vita, per tutti coloro che non Lo
amano e non Lo conoscono. Faccio delle mie sofferenze umane
un dono di riparazione
sociale, affinché nessuno vada perso. Gli uomini, riscattati da Lui a così caro prezzo (il Suo
sangue), desidero condurli tutti ai Suoi piedi, affinché glorifichino la Sua Misericordia, che è
infinita. Poi la sofferenza mi ha condotto ai piedi della croce e mi ha fatto amare il Crocifisso
e la Madonna Addolorata. Gesù e Maria sono stati e continuano ad essere i miei migliori
Maestri.
Il Consolatore, poi, mi ha dato la forza di combattere e superare lo scoraggiamento,
soprattutto quando al martirio della sofferenza fisica si è aggiunto quello del cuore. Infatti nel
calice della mia sofferenza non sono mancate le ingratitudini, i tradimenti, le calunnie e tante
altre amarezze da parte di amici e di parenti più cari.
Lo Spirito Santo mi ha sempre invitato ad amare e imitare Cristo, ed io sono lusingata
di vivere le Sue stesse sofferenze. Sono sicura che, soffrendo con Cristo, per
Cristo e in Cristo, risorgerò con Lui. Cristo è la mia vita: viva la vita, viva Gesù! Lode,
gloria, onore e potenza a Cristo nostro Signore, nei secoli dei secoli. Amen!
Nuccia